Tuesday, March 11, 2008

Eternal sunshine of the spotless mind


Oppure, orrendamente tradotto in Italia, "Se mi lasci ti cancello".

Come mi capita spesso, arrivo tardi. E recensisco un film di qualche anno fa.

Prologo: un uomo, Joel, si sveglia in quelle mattine un po' così, in cui ti sembra di aver perso il filo... salta il lavoro, per andare a fare una passeggiata al mare... conosce una ragazza, Clementine, capelli tinti di blu, felpa arancione impossibile da non notare... estroversa, esuberante, impulsiva, l'opposto di lui... scatta qualcosa... lui la riaccompagna a casa...

Titoli di testa ed inizia il film: lui, disperato, abbandonato da Clementine non se ne fa una ragione. Soffre, si presenta a lavoro da lei, ma Clementine sembra non riconoscerlo nemmeno e saluta affettuosa, davanti allo stesso Joel, il suo nuovo, giovanissimo boyfriend... a casa di amici per sfogarsi, questi ultimi si fanno sfuggire che Clementine ha ricorso ai servizi della LACUNA, una ditta che promette di cancellare dalla tua memoria, in una sola notte, i ricordi legati a qualcuno o qualcosa, per permetterti di ricominciare. All'inizio frustrato dall'idea che Clementine abbia potuto scegliere di cancellare così la loro relazione, Joel decide infine di mettersi in pari e dare un colpo netto di spugna a questa storia finita male. Azzerare e ricominciare.
Ma durante la procedura qualcosa non va come avrebbe dovuto: Joel diviene spettatore della cancellazione dei suoi ricordi. Passeggia attraverso la sua mente e rivive a ritroso la storia d'amore con Clementine (la procedura parte dai ricordi più recenti)... i difficili momenti finali, fatti di abitudine, noia, incomprensione, sfida... ripercorre tutto, segue ogni filo della sua vita con la ragazza che ama(va?) a ritroso e mentre lo fa, decide che no, non vuole perdere quei ricordi, nessuno di essi, né quelli piacevoli, né quelli dolorosi.

Un film più sul dolore, che sull'amore. Certo, l'amore offre il fianco benissimo ad una storia in cui si fondono piacere e sofferenza, ma la vicenda, ai fini del film, poteva anche non essere quella di due amanti: poteva riguardare i rapporti difficili tra un padre ed un figlio, la perdita di un caro amico e così via...
Perché alla fine, se è vero che il dolore non è piacevole e se ne farebbe volentieri a meno, far finta che la sofferenza non ci sia, o non ci sia mai stata non risolve.
Di più: se il dolore non è rifuggito, ma, come per ogni altro evento della vita, viene esplorato, vissuto, metabolizzato allora magari può diventare un nuovo punto di partenza, qualcosa su cui costruire...

Belle le invenzioni visive oniriche di Gondry (i ricordi che cancellano letteralmente, il salto da un ricordo all'altro...), buona prova di Jim Carrey e di Kate Winslet.

Bello.

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