Monday, September 20, 2010

Perplessita`.

Apprendo oggi dalle ultime righe di un articolo del Guardian e cerco poi conferma in rete, con la speranza di essermi distratto e che no, non e` possibile che una notizia del genere sia passata sotto silenzio, apprendo oggi, dicevo, che la RAI ha appena approvato lo stanziamento di 1 milione e 600 mila Euri per la produzione di un film storico e 4 milioni e 100 mila Eurelli per il suo successivo acquisto.

E dove sta il problema? direte voi.

In realta` non c'e` nessun problema, per ora, piuttosto diverse perplessita`.

Primo.
Il tema storico ed il protagonista le cui vicende si andranno a trattare: si parlera` di frate Marco d'Aviano, il frate che ricevette da Papa Innocenzo XI il compito di creare un'alleanza tra i sovrani d'Europa, la Lega Santa, col compito di respingere l'avanzata turca; il tutto dovrebbe culminare nella narrazione della battaglia che ruppe l'assedio di Vienna, tenutosi l'undici e dodici Settembre 1683.
Narrare intelligentemente e senza banalizzazioni un evento storico che ha alla base un profondo conflitto tra nazioni, popoli ed interessi differenti potrebbe essere uno spunto interessante, ma il tutto va trattato con abilita` e sapienza.

Secondo.
La regia di questo progetto e` affidata a Renzo Martinelli. Quello del Barbarossa. Quello che ha preso un personaggio di dubbia storicita` (Alberto da Giussano) e l'ha trasformato in un Aragorn de noartri, protagonista della narrazione di vicende parte storiche, parte di fantasia. E tutto questo assolutamente non e` connesso alla sponsorship della Lega Nord, no.

Terzo.
Per sottolineare che, no, una visione razzista e da scontro di civilta` non c'entra nulla coi temi trattati dal film, si e` deciso che il titolo internazionale dell'opera sara` nientemeno che "September Eleven, 1683". Un nome un programma, a partire dalla forztura intrinseca - dato che la battaglia e` avvenuta il dodici settembre - che da sola traccia dei paralleli che, in quanto a storicita`, richiedono delle acrobazie contro le leggi della fisica, Matrix-style. E a rincarare, ci si mettono le dichiarazioni del regista stesso, che vorrebbero essere chiarificatrici e tranquillizzanti, ma che sottolineano ancora di piu` una certa inquietante visione da parte del regista:
"Io non sposo tesi, racconto un fatto storico con uno sceneggiatore del calibro dello storico Valerio Massimo Manfredi. Avremo interpreti come Harvey Keitel, Murray Abraham, Bianca Guaccero. Scontro tra civiltà? Io voglio aiutare a capire dove affondano le radici dell' 11 settembre 2001 a New York".
Ecco.

Friday, September 17, 2010

Somewhere


Johnny Marco - Stephen Dorff - e` un giovane attore hollywoodiano, bello, ricco, idolo delle folle, soprattutto delle donne. La sua vita, tra un film e l'altro, e` fatta di fuoriserie veloci, feste, donne, alcohol. Zero responsabilita`, zero impegno, nemmeno quello di mantenere una casa, dal momento che vive al Chateau Marmont Hotel.
In tutto questo, irrompe a sparigliare le carte una intera settimana da spendere con la figlia undicenne Cleo - Elle Fanning - (che normalmente vive con la madre), prima che lei parta per il campeggio estivo.

Somewhere e` sicuramente un film ben fatto dal punti di vista tecnico. La regia e` impeccabile, molto stile sofiacoppola, fatta di predominanti inquadrature fisse, movimenti di macchina e zoom (sia in che out) lenti, come se il tentativo dichiarato fosse quello di intromettersi il meno possibile nella narrazione degli eventi, di entrare in punta di piedi nella vita dei protagonisti e di mostrartene uno spaccato.
Questa finta oggettivita`[*], condita di ripetizione ed insistenza (i "giri di pista" in Ferrari dei titoli di testa, le situazioni ripetute come la lap-dance in camera, tanto per citare qualche esempio), fornisce di fatto una potente sottolineatura del messaggio che viene portato sullo schermo: una vita fatta solo di eccessi, che, diciamocelo, sulla carta e` la vita che tutti abbiamo sognato di fare, risulta mostrata in tutta la sua vacuita` di fuga perenne; la riscoperta di un senso, di quello che veramente conta, attraverso le relazioni, che impongono autenticita` e quindi obbligano a guardarsi e riscoprirsi.
L'unico aspetto che mi lascia un po' perplesso consiste nel fatto che il film sembra possa essere riassunto senza semplificazioni con le 4 righe precedenti: forse complici anche le vicende ed i personaggi con cui personalmente mi identifico poco[**] , mi sembra che nel complesso abbia un po' poco da dire[***], sebbene lo dica molto bene.

Ultima nota: spero che il ritratto dell'Italia composto da Telegatti+Surina+Ventura+Frassica+Marini non sia realistico. Lo voglio credere. Vi prego ditemi che il mondo non ci vede cosi`. O per lo meno, che non sia un punto di vista lucido.

[*]: in senso buono: lo sa lei e lo sai tu, spettatore, che l'oggettivita` non c'e`, e` impossibile

[**]: la vita di uno strapagatissimo attore, sballottato da un albergo all'altro in tutte le parti del mondo, perennemente ubriaco e pieno di donne e` un po' lontana dal mio vissuto personale (ma magari non da quello della Coppola e della giuria di Venezia)

[***]: un mio amico, a fine visione, ha commentato: "ma una storia del genere si poteva raccontare in 3 minuti!": forse ha esagerato, ma rende l'idea

Tuesday, September 14, 2010

Gara di Resistenza 1

Con questo post lancio la prima Gara di resistenza ufficiale di questo blog.

Mi e` stato segnalato questo alto momento di televisione italiana, con due protagonisti che conferiscono al tutto un sapore epico, metaumano, mitologico:

Lapo Elkann intervistato da Emanuele Filiberto di Savoia.

Ecco.

Io son riuscito a vedere solo i primi 2 minuti e 36 secondi di video. Dopodiche` ho dovuto abbandonare, sopraffatto dall'eccessiva surrealta` della situazione.

Vi sfido ufficialmente a fare meglio.