Friday, September 17, 2010

Somewhere


Johnny Marco - Stephen Dorff - e` un giovane attore hollywoodiano, bello, ricco, idolo delle folle, soprattutto delle donne. La sua vita, tra un film e l'altro, e` fatta di fuoriserie veloci, feste, donne, alcohol. Zero responsabilita`, zero impegno, nemmeno quello di mantenere una casa, dal momento che vive al Chateau Marmont Hotel.
In tutto questo, irrompe a sparigliare le carte una intera settimana da spendere con la figlia undicenne Cleo - Elle Fanning - (che normalmente vive con la madre), prima che lei parta per il campeggio estivo.

Somewhere e` sicuramente un film ben fatto dal punti di vista tecnico. La regia e` impeccabile, molto stile sofiacoppola, fatta di predominanti inquadrature fisse, movimenti di macchina e zoom (sia in che out) lenti, come se il tentativo dichiarato fosse quello di intromettersi il meno possibile nella narrazione degli eventi, di entrare in punta di piedi nella vita dei protagonisti e di mostrartene uno spaccato.
Questa finta oggettivita`[*], condita di ripetizione ed insistenza (i "giri di pista" in Ferrari dei titoli di testa, le situazioni ripetute come la lap-dance in camera, tanto per citare qualche esempio), fornisce di fatto una potente sottolineatura del messaggio che viene portato sullo schermo: una vita fatta solo di eccessi, che, diciamocelo, sulla carta e` la vita che tutti abbiamo sognato di fare, risulta mostrata in tutta la sua vacuita` di fuga perenne; la riscoperta di un senso, di quello che veramente conta, attraverso le relazioni, che impongono autenticita` e quindi obbligano a guardarsi e riscoprirsi.
L'unico aspetto che mi lascia un po' perplesso consiste nel fatto che il film sembra possa essere riassunto senza semplificazioni con le 4 righe precedenti: forse complici anche le vicende ed i personaggi con cui personalmente mi identifico poco[**] , mi sembra che nel complesso abbia un po' poco da dire[***], sebbene lo dica molto bene.

Ultima nota: spero che il ritratto dell'Italia composto da Telegatti+Surina+Ventura+Frassica+Marini non sia realistico. Lo voglio credere. Vi prego ditemi che il mondo non ci vede cosi`. O per lo meno, che non sia un punto di vista lucido.

[*]: in senso buono: lo sa lei e lo sai tu, spettatore, che l'oggettivita` non c'e`, e` impossibile

[**]: la vita di uno strapagatissimo attore, sballottato da un albergo all'altro in tutte le parti del mondo, perennemente ubriaco e pieno di donne e` un po' lontana dal mio vissuto personale (ma magari non da quello della Coppola e della giuria di Venezia)

[***]: un mio amico, a fine visione, ha commentato: "ma una storia del genere si poteva raccontare in 3 minuti!": forse ha esagerato, ma rende l'idea

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